Lo spettacolo propone tre giullarate popolari di Dario Fo e Franca Rame. Scritte in forma di monologo, sono in realtà “dialoghi con il pubblico”, che viene attivamente coinvolto nell’ascolto di racconti che traggono spunto soprattutto dai vangeli apocrifi e dalla novellistica medievale.
Sia le fonti antiche originali, sia le trasposizioni contemporanee di Dario Fo, trattano in modo graffiante ed acuto svariati argomenti tra i quali la politica, la società, la religione, l’amore, il sesso.
Christian Poggioni percorre queste tematiche caratteristiche attraverso tre atti unici:
- La nascita del giullare
Tagliente critica alle disuguaglianze sociali e agli eccessi del potere
- Il primo miracolo di Gesù Bambino
Suggestiva leggenda ispirata a tradizioni religiose apocrife
- La parpaja topola
L’amore e l’erotismo raccontati in forma esilarante e dolcissima
I testi sono recitati nella stessa lingua e stile in cui li ha scritti e recitati Dario Fo, che miscelando cadenze e parole di vari dialetti del nord Italia ha ricreato un linguaggio onomatopeico detto grammelot. Inoltre, come usava fare Dario Fo, ogni giullarata è preceduta da una breve introduzione, che illustrandone trama e personaggi aiuta il pubblico a calarsi nell’atmosfera del racconto.
Fu proprio grazie a questi testi che nel 1997 Dario Fo vinse il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
Christian Poggioni ha avuto l’onore di ricevere l’autorizzazione a rappresentare questo spettacolo direttamente dagli eredi di Dario Fo, attraverso la “Compagnia Teatrale Fo Rame”.