Tanti sono i motivi che spingono a partire. Partono gli emigranti e i profughi. Partono i soldati e i turisti. Gli esploratori e gli avventurieri. E partiamo noi. Per fuggire dalla routine, per svago come per vivere esperienze ed emozioni nuove; per inseguire un sogno o per dimenticare un amore finito; per conoscere o per semplice desiderio di libertà; per la gioia di partire… e per quella di tornare. E tanti sono i ritorni. Possibili e impossibili.
Il testo si sviluppa a partire sia dalle opere che dalla vita di diversi autori tra i quali Dante, Baudelaire, Terzani, Montale, Brecht, Severgnini, Pirandello, Chatwin, Ndjock Ngana, Sciascia, Kavafis, Caproni.
Le loro parole sono rielaborate e ricomposte all’interno di una drammaturgia cui fanno da trama riflessioni dello stesso Christian Poggioni e di Anna Maspero, con stralci tratti dal suo libro “A come Avventura, saggi sull’arte del viaggiare”. Ne è nato un monologo – o meglio un dialogo tra attore e pubblico – intenso, dai toni ora tragici ora comici, ora poetici ora realistici in cui il tema del viaggio è affrontato da molteplici punti di vista: emigranti, esploratori, inviati, girovaghi, poeti, scrittori, personaggi del mito… i loro racconti e pensieri prendono vita sulla scena grazie alla suggestione della parola, delle immagini e della musica, con l’attenzione costante a fare emergere l’auspicio di Terzani: “…e allora buon viaggio, sia fuori che dentro”.